Un’app digitale progettata da studenti per supportare persone con Alzheimer: stimola la mente, aiuta a organizzare le informazioni personali e favorisce l’autonomia. La app è risultata vincitrice della gara “invenzioni per la disabilità”
Il progetto degli studenti è, in sostanza, una "navigatore" per la memoria. Non si tratta di un semplice gioco, ma di uno strumento con un duplice obiettivo: rallentare il declino cognitivo e, soprattutto, sostenere l'autonomia quotidiana. L'app offre attività e piccoli giochi interattivi studiati per stimolare aree chiave come la memoria a breve termine e l'orientamento, adattandosi alla progressione della malattia.
Ma la sua vera forza sta nel fungere da ancora di salvezza per l'organizzazione personale. Immaginate un "assistente digitale" che gestisce i promemoria per i farmaci, ricorda gli appuntamenti e, cosa fondamentale, aiuta a non perdere il legame con la propria vita. Permette di memorizzare i volti e i nomi dei familiari più cari e funge da diario, mantenendo salda la connessione con l'identità personale. Per assicurare che l'uso non sia un ostacolo, i ragazzi hanno lavorato su un'interfaccia estremamente intuitiva, con comandi vocali semplificati e icone grandi.
Il Bio-Hackathon è una sfida serrata e molto tecnica, ma la giuria ha premiato proprio questo: un'innovazione che, al di là dell'aspetto tecnologico, mostra una profonda sensibilità umana. Ora l'obiettivo è trasformare il prototipo vincente in una realtà accessibile a tutti, passando per la fondamentale fase di validazione clinica. Il successo del Calabrese-Levi dimostra che i giovani non sono solo i destinatari del futuro, ma i veri e propri architetti di un presente più inclusivo.
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