In Sicilia c’è una startup nata all’interno dell’Università di Palermo che ha dato vita a un progetto capace di unire tecnologia e inclusione: si chiama Arianna, un’app che guida le persone non vedenti o ipovedenti attraverso percorsi visivi riconosciuti dallo smartphone, offrendo vibrazioni e messaggi vocali per orientarsi in autonomia.
L’idea e la nascita del progetto
Il nome Arianna non è casuale: richiama il mito del filo che guidò Teseo fuori dal labirinto. Allo stesso modo, questa app vuole essere un “filo digitale” che aiuta chi non vede a muoversi in sicurezza.
Il progetto è nato nel 2015 all’interno del Dipartimento DEIM (Energia, Ingegneria dell’Informazione e Modelli Matematici) dell’Università degli Studi di Palermo, grazie al lavoro di un gruppo di ricercatori — Pierluigi Gallo, Ilenia Tinnirello, Laura Giarré, Domenico Garlisi, Daniele Croce e Adriano Fagiolini.
Negli ultimi anni (2023–2025), Arianna è tornata sotto i riflettori grazie a nuove sperimentazioni e aggiornamenti tecnici, che ne hanno potenziato la precisione e la facilità d’uso. Diversi enti pubblici e privati hanno iniziato a testarla in musei, uffici, ospedali e spazi urbani.
Come funziona Arianna
L’app utilizza la fotocamera dello smartphone per riconoscere una linea visiva tracciata sul pavimento — un semplice nastro colorato o adesivo — che rappresenta il percorso da seguire. Quando l’utente tiene un dito sul display, il telefono vibra ogni volta che la linea passa sotto il dito, segnalando che si sta procedendo nella direzione corretta.
In ambienti attrezzati, lungo il percorso possono essere posizionati QR code che, se inquadrati, forniscono informazioni aggiuntive tramite messaggi vocali: posizione, servizi vicini, punti di interesse o avvisi utili.
Questa soluzione è economica, semplice da installare e funziona anche dove il GPS non arriva, come negli edifici o nei centri commerciali.
I vantaggi e le sfide
Arianna non sostituisce strumenti fondamentali come il bastone bianco, ma li integra, migliorando la sicurezza e l’autonomia personale.
Tra i principali vantaggi:
- offre un feedback tattile immediato, più intuitivo dell’audio in ambienti rumorosi;
- richiede infrastrutture minime, solo un tracciato visivo sul pavimento;
- consente una navigazione indoor precisa anche in spazi complessi.
Restano però alcune sfide: la linea visiva deve essere ben contrastata e illuminata, e serve la collaborazione di enti pubblici e aziende per adottare il sistema su larga scala.
Un passo concreto verso l’accessibilità
Arianna rappresenta un esempio virtuoso di tecnologia accessibile made in Italy, capace di combinare ingegno, semplicità e utilità sociale. È la dimostrazione di come la ricerca universitaria possa tradursi in strumenti che migliorano concretamente la vita delle persone.
In un mondo sempre più digitale, l’app Arianna ci ricorda che l’innovazione è davvero significativa solo quando rompe le barriere e restituisce libertà.
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