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Thirty Seconds to Mars in concerto a Padova, 14 luglio 2013 — Foto di Melissa Coarezza, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons |
Esistono gruppi che non si limitano a fare musica, ma che costruiscono veri e propri universi emotivi. Tra questi spiccano i Thirty Seconds to Mars, band alternative rock fondata a Los Angeles nel 1998 dai fratelli Jared e Shannon Leto. Il loro progetto artistico unisce sound potenti, contaminazioni elettroniche e atmosfere cinematografiche, trasformando ogni brano in un’esperienza sensoriale completa.
Guidati dal carismatico Jared − cantante, attore premio Oscar e regista di molti dei videoclip del gruppo − i Thirty Seconds to Mars hanno conquistato nel tempo una community globale di fan devoti, gli Echelon, grazie a concerti spettacolari e album che esplorano i temi dell’identità, del cambiamento, della fede, del desiderio.
Tra le canzoni che meglio rappresentano la loro capacità di sondare l’animo umano c’è “Rescue Me”, pubblicata nel 2018 all’interno dell’album America. Più che una semplice canzone, Rescue Me è un urlo liberatorio: parla di ansia, depressione, paure interiori e della profonda, umanissima necessità di essere “salvati” da ciò che ci imprigiona.
Nel ritornello, insistente come una supplica, Jared Leto canta “Rescue me” rivolgendosi idealmente a chiunque possa tendergli una mano: un invito a riconoscere le proprie fragilità non come debolezze, ma come verità da accogliere. Il messaggio è chiaro: chiedere aiuto è un atto di coraggio.
Il videoclip ufficiale rafforza questa interpretazione emozionale. In primo piano scorrono i volti di uomini e donne di ogni età, etnia e storia, ognuno immerso nella propria tempesta interiore. Rabbia, tristezza, speranza, dolore: le emozioni umane vengono mostrate senza filtri, come a ricordarci che dietro ogni sguardo può nascondersi una battaglia invisibile.
“Rescue Me” diventa così una preghiera laica contemporanea, che parla a chiunque si sia mai sentito in bilico: bloccato, sopraffatto, o semplicemente solo. Attraverso la potenza del rock, i Thirty Seconds to Mars trasformano la sofferenza in energia, la richiesta di salvezza in un grido collettivo capace di unire.
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