ADDIO FRANCESCO. IL NOSTRO SALUTO AL PAPA DELLA GENTE - Associazione Outsider Odv il valore della diversità

lunedì 28 aprile 2025

ADDIO FRANCESCO. IL NOSTRO SALUTO AL PAPA DELLA GENTE




La settimana appena trascorsa, è stata emotivamente impegnativa per il mondo intero.
La notizia della morte di Papa Francesco giunta il 21 aprile nel giorno del Lunedì dell'Angelo, un po' a sorpresa nonostante non fossero un segreto le sue condizioni di salute, ha risucchiato in un vortice di emozioni chiunque in quel momento apprendeva.
Abbiamo sofferto con lui, desiderosi di avere costantemente notizie sul suo stato di salute in quei 38 giorni di ricovero. Attenti ad ogni bollettino medico e felici nel giorno delle sue dimissioni.
La notizia dicevamo ha scosso tutti e in tutte le parti del mondo. Credenti e non, cristiani ortodossi, musulmani o atei. Ma perché? È una domanda più che normale crediamo noi. Perché un Papa è riuscito ad entrare nei cuori così prepotentemente e indipendentemente dalla fede religiosa?
Una risposta che ogni singolo individuo potrà argomentare sicuramente in base al proprio vissuto, ma in via generica (proviamo a darne una che crediamo possa abbracciare il pensiero di tutti) è che Francesco fosse un Papa realmente tra noi. Ci spieghiamo meglio.
Non era inconsueto dovendolo nominare, che ci si ritrovasse semplicemente a definirlo 'Francesco' perché quell'uomo, con tanto di veste bianca e papalina, riusciva a 'scardinare' l'immagine pubblica dovuta al suo ruolo arrivando a noi come un semplice uomo, un nonno, uno di famiglia insomma.
Un uomo che è sempre stato se stesso, al di là della carica di cui era stato investito, capace di recarsi a bordo di una semplice Ford Fiesta unicamente accompagnato dall'autista e senza scorta, dall'ottico per cambiare le lenti di un paio di occhiali scontrandosi con il rigido protocollo vaticano (diceva che per cambiare degli occhiali dove si poteva andare se non dall'ottico?).
Di fare telefonate a sorpresa che lasciavano increduli chi dall'altra parte della cornetta si ritrovava a sentire "Sono Papa Francesco".
O l'aver rinunciato per sua decisione, ai simboli ricchi e sfarzosi delle vesti papali scegliendo invece - ad esempio - quelle semplici scarpe nere ortopediche che lo hanno accompagnato anche nel suo ultimo viaggio, la croce pettorale d'argento e la volontà di prendere dimora in una modesta abitazione, la Casa Santa Marta.

Con questi ricordi non vogliamo sminuire la sua figura anzi! Siamo convinti che tutto ciò abbia reso ancora più grande la sua semplicità e umanità. La sua capacità di essere così vicino agli ultimi, alla gente. A coloro che la società tende sempre più frequentemente a emarginare. Senzatetto, immigrati, 
prostitute, disabili o donne transgender. 
Il suo desiderio ripetuto ad ogni Angelus, le sue incessanti richieste di Pace ai potenti. 
Pace. 
Pace. 
Pace.
I suoi accorati appelli a interrompere queste guerre. Perché le guerre sono sempre una sconfitta per tutti e lasciano il mondo peggio di come fosse prima che iniziassero… Pura violenza che non porta mai a soluzioni ma soltanto a dolore e morte.
Ha portato tanti cambiamenti nel mondo, nella chiesa stessa rendendola più vicina ad ognuno di noi. Lo testimonia il fiume di persone - 400.000 stimate - che non hanno rinunciato a dargli l'ultimo saluto il giorno del funerale e i fedeli che ancora in interminabili code - già 60.000 - hanno cominciato da ieri mattina a visitare la sua tomba nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, dove il Pontefice è stato tumulato come suo ultimo desiderio.
Un solo articolo non basterebbe per raccontare Papa Francesco. Non ne basterebbero cento o mille. 
Vero è che oggi la sua gente che tanto lo ha amato, che ha gioito nel vederlo in quella che sarebbe poi stata inconsapevolmente la sua ultima apparizione il giorno della Santa Pasqua, si senta smarrita.
Smarrita ma fiduciosa che il suo successore, vorrà portare avanti il suo operato.


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