Per la maggior parte delle persone i Talk Talk rimarranno “quelli di It’s My Life“, per i più attenti e curiosi la band di Mark Hollis rappresenta un solido solco tracciato nel pop anni ottanta.
I Talk Talk furono la colonna sonora di quei fantastici anni, questo è innegabile, ma chi si ferma solo alla superficie - ovvero alla sola potenza musicale di un singolo come It’s My Life - non coglierà le idee che si celano all’interno del brano, la voglia non di costruire un singolo a tavolino, ma di sperimentare, di portare avanti il discorso, di proiettare quegli anni Ottanta in un futuro dal potenziale sconfinato, anche se caratterizzato da tanta malinconia.
Non si tratta infatti della solita canzone d’amore. È decisamente qualcos’altro.
Parla di dedizione, impegno, volontà, di forza d’animo.
In una canzone contraddistinta da un motivo che dalle radio emergeva con potenza ed efficacia, Hollis tra le righe evidenzia il bisogno di libertà, la voglia di isolarsi, di riflettere in silenzio.
Un disagio che prima ancora che sentimentale è mentale.
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