"Non siamo mai contenti perché non abbiamo un'idea precisa di ciò che desideriamo, quindi anche eventuali cambiamenti non sortiscono nessun miglioramento. Ciò che desideriamo è sempre ciò che in quel momento non abbiamo. Quando lo raggiungiamo non ci piace più. Sono convinto che tutti o quasi potremmo dire che almeno una volta nella vita abbiamo ragionato in questo modo. Forse è umano, ma l'importante è arrivare alla consapevolezza che emerge nelle ultime parole del testo, non si può sempre fare come si vuole, ci si deve accontentare. E se diamo a questo verbo un significato non negativo e riduttivo, ma l'intendiamo come l'apprezzare ciò che si ha, allora il mondo incomincia a diventare più simile a quello che vorremmo"
Vasco è un personaggio che nel bene e nel male è sempre se stesso, un cantautore che dalla metà degli anni '80 è sulla scena e propone testi polemici, provocatori, ironici, esternazione diretta del suo pensiero, senza mediazione. Testi che arrivano immediatamente al pubblico che affolla i suoi concerti, vere e proprie esplosioni di energia ed emozioni. Il suo linguaggio è il rock e alcuni lo ritengono l'unica vera rockstar italiana.
Il testo conferma che Rossi in quel periodo seguiva un percorso di scrittura minimalista e quindi lascia alla nostra interpretazione il compito di arricchire ed interpretare la situazione narrativa.
In estrema sintesi potremmo riassumerlo dicendo che il mondo non gli piace: ma non possiamo negare che continua a metterci rabbia e impegno nell'affrontarlo. Quella di cui lui parla è un'insoddisfazione molto diffusa ai giorni nostri: spesso ci lamentiamo o sentiamo altri lamentarsi della loro vita, ma in realtà, lui osserva con grande acume, il lamento è fine a se stesso.
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