Lanciatore di fiori - Bansky |
Nella vita ci sarà capitato d'incontrare una persona gentile magari perché ci ha aiutato dandoci un’informazione, oppure ci ha fatto passare per primi al supermercato, o ancora perché ci ha ceduto il posto in un mezzo pubblico.
Sono persone che lasciano un segno nella nostra vita facendoci ricordare di loro e del loro gesto. Pensiamo a quando recandoci ad esempio in un ospedale per fare degli esami, una persona gentile ci accoglie occupandosi di noi e della nostra necessità. Cosa accade dentro di noi, quando ci sentiamo accolti? Nasce una sensazione bellissima: la serenità per affrontare quella situazione. Sentimento che invece sta ben lontano quando al contrario la vita ci pone di fronte a persone arroganti o peggio indifferenti. Si genera in noi rabbia, delusione e amarezza. Provate a fare un rapidissimo calcolo, quante persone incontrate in una giornata che si mostrano gentili e quante indisponenti. Perché allora dovremmo esserlo noi? Perché la gentilezza è segno di maturità, di amore per gli altri.
Il primo redazionale pubblicato un mese fa parlava di rispetto, due temi che si legano tra di loro, che sono una cosa sola. La gentilezza ci fa sentire una società diversa che genera vita nuova. Se lo saremo per primi, semineremo nel cuore del nostro prossimo lo stesso sentimento.
La nostra redazione nel suo navigare in internet, ha trovato una storia molto bella, che ci ha fatto capire una cosa semplice e forse elementare: GENTILEZZA = AMORE.
Buona lettura
Quando ero piccola, a mia mamma piaceva preparare come cena ciò che solitamente si mangiava a colazione. Quella sera, una lunga e dura giornata di lavoro, mia mamma mise davanti a mio padre un piatto di uova, salsiccia e biscotti estremamente bruciati. Io aspettavo in silenzio per vedere se qualcuno se ne fosse accorto!
Vi lasciamo con una frase di Kahlil Gibran che dice:
La nostra redazione nel suo navigare in internet, ha trovato una storia molto bella, che ci ha fatto capire una cosa semplice e forse elementare: GENTILEZZA = AMORE.
Buona lettura
Mio padre prese il suo biscotto, sorrise a mia madre e mi chiese com'era andata la mia giornata a scuola. Non ricordo cosa gli ho detto, ma ricordo benissimo di averlo visto spalmare burro e gelatina su quel brutto biscotto bruciato. Mangiò ogni boccone senza scomporsi e senza pronunciare una parola al riguardo!
Quando mi sono alzato dal tavolo quella sera, mia madre si scusò con mio padre per aver bruciato i biscotti. Quella sera non dimenticherò mai quello che rispose mio padre: «Tesoro, adoro i biscotti bruciati di tanto in tanto.»
Più tardi quella sera andai a baciare la buonanotte a papà e gli chiesi se gli piacevano davvero i suoi biscotti bruciati. Mi abbracciò e mi disse: «Tua mamma ha passato una dura giornata di lavoro oggi ed è davvero stanca. E poi un biscotto bruciato non ha mai fatto male a nessuno!»
(fonte Qumran2.net). Vi lasciamo con una frase di Kahlil Gibran che dice:
Il più piccolo atto di gentilezza vale più delle grande delle intenzioni
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A cura della redazione di Outsider
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