circa 12.000 Mt di rifiuti di plastica saranno nelle discariche o nell'ambiente naturale entro il 2050
Archeoplastica sfrutta i tantissimi rifiuti spiaggiati per portare l’osservatore a riflettere guardando da un’altra prospettiva il problema inquinamento plastica nel mare.
Un museo virtuale dove osservare tutti i reperti e acquisire informazioni. Alcuni reperti sono messi in evidenza e si possono osservare anche in una ricostruzione in 3D.
Archeoplastica organizza anche mostre, soprattutto nelle scuole, dove poter vedere dal vivo ciò che il mare ci ha restituito e nelle quali crea l’occasione per educare a comportamenti consapevoli e sostenibili. Anche National Geographic si è interessato al progetto e ha co-organizzato alcune delle mostre.
Il sito raccoglie e cataloga vecchissimi oggetti spiaggiati, ricostruendone la storia e mostrando la loro durevolezza invitando a una maggior consapevolezza ambientale.
L’idea del progetto è nata quando Suma trovò, qualche anno fa, un flacone di crema solare con il prezzo in lire, scoprendo in un secondo momento che era dell’inizio degli anni Settanta. Fotografò il flacone e lo pubblicò su Facebook, raccogliendo subito un certo interesse intorno a quel reperto e al suo stato di conservazione pressoché perfetto.
Da allora ha continuato a raccogliere oggetti di plastica lungo le coste salentine, in prossimità della sua città, Ostuni, spesso incappando in oggetti di plastica di una certa età, sia italiani che provenienti dalle coste greche e balcaniche.
Dai palloni marchiati con il logo dei mondiali di Italia ’90 alle coppette di gelato del 1972, dalle formine per budini degli anni Sessanta, al contenitore del formaggio Fiorello prodotto dalla Locatelli, molto venduto negli anni Ottanta.
Quello di Archeoplastica è un racconto del nostro paese, delle nostre abitudini, di un certo design e della comunicazione pubblicitaria che, tra nostalgia e ricordo, riesce a rendere appieno la sensazione creata da un oggetto che potrebbe sopravvivere a chi lo ha conosciuto e usato.
La plastica è un materiale che ha rivoluzionato la vita di moltissimi di noi. Può facilmente sopravviverci ma ne abbiamo prodotta troppa e troppo spesso di cattiva qualità, e ora ne scontiamo le inevitabili conseguenze.
La plastica è un materiale che ha rivoluzionato la vita di moltissimi di noi. Può facilmente sopravviverci ma ne abbiamo prodotta troppa e troppo spesso di cattiva qualità, e ora ne scontiamo le inevitabili conseguenze.
Il progetto Archeoplastica ha la sola finalità etica di sensibilizzare sul tema dell’inquinamento dei mari determinato dall’utilizzo della plastica e, nello specifico, dalla scorretta gestione del fine vita della stessa.
Per saperne di più, vi invitiamo a visitare il sito internet a questo link
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