Partendo dal presupposto che a noi il termine "diverso" non piace e non lo concepiamo, il concetto di inclusività è sempre più presente nel panorama dei giochi.
Un argomento più volte discusso e affrontato nelle pubblicità, nella moda e ampiamente in ambito di consapevolezza sociale. Brand e aziende stanno pian piano contribuendo a cambiare la percezione nei confronti della diversità di genere, sociale e in particolare della disabilità.
Un argomento più volte discusso e affrontato nelle pubblicità, nella moda e ampiamente in ambito di consapevolezza sociale. Brand e aziende stanno pian piano contribuendo a cambiare la percezione nei confronti della diversità di genere, sociale e in particolare della disabilità.
Grandi aziende hanno rivoluzionato i loro giocattoli, creando una risposta ad un mercato non di massa. I loro nuovi prodotti riflettono le necessità di quella parte di società che non deve più rimanere emarginata o esclusa dalla quotidianità comune a tutti.
Questa apertura è un grande passo a favore dell’inclusività e dell’appartenenza alle comunità, per quanto diverse.
Questa apertura è un grande passo a favore dell’inclusività e dell’appartenenza alle comunità, per quanto diverse.
Un valido incoraggiamento all’empatia, contro le diversità di genere, di capacità fisiche o di apprendimento. Perché la consapevolezza del diverso diventa normalità in un contesto conosciuto, approvato e vissuto insieme, soprattutto grazie al gioco.
Ed è così che possiamo trovare i famosi mattoncini Lego in braille, la bambola non udente della Mattel o prive di genere e libera da ogni etichetta.
E ancora Barbie con la vitiligine (una malattia della pelle che porta alla depigmentazione), senza capelli, sulla sedia a rotelle e con una gamba protesica.
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