Il testo fu scritto da Alberto Salerno, mentre la musica fu curata dal bassista Damiano Dattoli.
I Nomadi la presentarono durante l’edizione di “Un disco per l’estate” del 1972, classificandosi al tredicesimo posto. Ma qual è il messaggio che il gruppo italiano ha voluto lasciare ai posteri con questa canzone divenuta, a tutti gli effetti, un caposaldo della musica italiana?
Il testo è certamente un inno alla libertà ed al coraggio di “staccarsi” dal focolare familiare per intraprendere un nuovo viaggio che decreterà la crescita dei giovani pronti a compiere questo passo che, troppo spesso, spaventa.
Una canzone certamente ancora attualissima: le difficoltà economiche che da anni hanno investito il nostro Paese (e che il Covid-19 ha tremendamente amplificato) e la disoccupazione galoppante, sfiducia tanti giovani sempre più restii ad abbandonare la casa nella quale sono cresciuti. Chi riesce a compiere questo passo, e la canzone lo sottolinea con le sue strofe, intraprende un percorso di formazione fondamentale che, tra alti e bassi, regala al ragazzo/a la trasformazione da bambino ad adulto.
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Anzi... segnatevi questa data: 30 novembre
Nei prossimi giorni vi daremo qualche indizio in più ma per ora vi anticipiamo solo due parole, CORO GO
A presto! 🎼 🎶🎶
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