Le prime quattro righe di testo ci calano subito nell'atmosfera della canzone. Per prima cosa la parola "imagine", ovvero "immagina", che ripetuta all'ossessione ci invita a sognare.
John Lennon ci propone tre riflessioni in questo brano.
La prima è l'invito a pensare ad un mondo senza divisioni. Senza divisioni tra paradiso e inferno, ricchi e poveri, giusto e sbagliato, buono cattivo, islamici e cristiani.
Si, perché le divisioni sono sempre alla base di odio, violenza e razzismo.
Il secondo messaggio lo si capisce bene dalla frase: "immagina che ci sia solo cielo sopra di noi". Sembra un paradosso, visto che di fatto sopra di noi c'è solo il cielo (magari con i relativi astri). La forza della frase sta proprio qui, tutte queste cose, paradiso e inferno, Gesù e Maometto, non esistono. Ce le siamo inventate noi, e ci hanno fatto perdere il senso della realtà. Anzi, ci hanno addirittura impedito di apprezzare la bellezza del mondo, che già così com'è potrebbe essere il paradiso terrestre.
Il terzo, dice semplicemente non aver paura di essere solo, perché, anche se non lo vedi, altri la pensano come te. La solitudine è solo un fatto mentale. Non avere paura di sognare, non pensare di essere l'unico, perché in realtà siamo tantissimi a sognare e, se continuerai a farlo, riusciremo a diventare un tutt'uno.
Forse non tutti sanno che questo capolavoro è nato dalla poesia di Yoko Ono dal titolo “Grapefruit”. Alle parole Lennon ha accostato una musica tranquilla, quasi commovente che è stata accolta dal pubblico e dalla critica in modo positivo.
Un brano che è stato capace di dipingere una vita senza timore, senza odio; il testo è motivo di speranza di un mondo migliore; un inno da cantare, ascoltare e seguire negli episodi di crisi umanitaria.
Un brano che è stato capace di dipingere una vita senza timore, senza odio; il testo è motivo di speranza di un mondo migliore; un inno da cantare, ascoltare e seguire negli episodi di crisi umanitaria.
Nessun commento:
Posta un commento