Fermiamoci a pensare a quante volte dimentichiamo questi momenti. Dopo che abbiamo vissuto i tormenti della vita, il nostro atteggiamento nei confronti degli altri si modifica, siamo più buoni, più clementi, perché sentiamo dentro di noi le ferite di quell'evento vissuto. Eppure con il passare dei giorni rischiamo di lasciar cadere nell'oblio quel momento e ritornare alla frenesia della vita dimenticando i tanti sacrifici fatti.
Questa settimana molte regioni d'Italia passeranno in zona bianca dopo tanti mesi di sacrifici. La speranza è quella di non cancellare troppo in fretta con un colpo di spugna, questo periodo vissuto che ha generato molte ferite in tante persone. Un periodo che ci ha insegnato molte cose, vediamo quali:
Prudenza. Quante volte ci è stato chiesto di essere prudenti di non prendere con leggerezza quello che stava accadendo;
Rispetto per l’altro, come un bene da custodire e non ferire;
Collaborazione in un percorso che era nuovo per tutti.
Qui non vogliamo metterci a discutere se chi ha gestito la pandemia lo abbia fatto bene o no. Vogliamo richiamare alla responsabilità personale che purtroppo alcune persone hanno negato facendo quello che volevano.
Rispetto per l’altro, come un bene da custodire e non ferire;
Collaborazione in un percorso che era nuovo per tutti.
Qui non vogliamo metterci a discutere se chi ha gestito la pandemia lo abbia fatto bene o no. Vogliamo richiamare alla responsabilità personale che purtroppo alcune persone hanno negato facendo quello che volevano.
Se amiamo qualcuno, lo dobbiamo rispettare e non ferire rischiando di trasmettergli una malattia. La nostra speranza è che questo periodo ci ricordi il valore dei nostri atteggiamenti quotidiani. Il non rispettare l’altro per una serie di teorie portano all'individualismo e non al senso di comunità. La verità esce nel momento in cui facciamo una battaglia non solo di protesta ma di dialogo e di approfondimento. Atteggiamenti rigidi non servono a nessuno e non portano da nessuna parte. La libertà non significa fare quello che si vuole, ma agire per il bene di una comunità. Il mio atteggiamento, il mio modo di vivere fa del bene all’altro oppure danneggia la vita dell’altro? Ognuno di noi è responsabile di questo, dai genitori, agli amici, alle persone che lavorano con noi.
Il mio atteggiamento aiuta la crescita degli altri, genera ignoranza o confusione?
Non buttiamo via le esperienza che ci hanno toccato nel profondo del cuore, ma facciamo in modo che queste esperienze ci rendano persone mature e aperte alla dimensione di una comunità che cresce per il bene dei più poveri.
Nessun commento:
Posta un commento