La canzone “Che fantastica storia è la vita” di Antonello Venditti fa parte dell’omonimo album, pubblicato nel 2003.
In questo brano Venditti racconta le storie di quattro individui, si tratta di realtà differenti tra loro, ma accomunate dal fatto che ognuno rincorre i propri sogni e affronta le difficoltà e gli ostacoli che si presentano nel corso della vita.
Il primo è Antonio, che, per realizzare il sogno di diventare cantautore, ha dovuto effettuare innumerevoli rinunce (“ho lasciato gli amici, ho perduto l’amore”) e, inoltre, si è dovuto scontrare contro la volontà dei genitori, che auspicavano per lui un futuro diverso.
Dopo aver esposto la vicenda di Antonio, l’artista affronta quella di Laura: “mi chiamo Laura e sono laureata. Dopo mille concorsi faccio l’impiegata. E mio padre e mia madre, una sola pensione, fanno crescere Luca, il mio unico amore”. Anche in questo caso viene messa in luce la perseveranza e la forza di volontà del soggetto in causa. Laura ha terminato il ciclo di studi conseguendo una laurea, che è uno dei maggiori obiettivi a cui qualsiasi studente può aspirare; talvolta, però, anche la laurea non basta per ottenere un lavoro e condurre una vita tranquilla e agiata. Le difficoltà, infatti, possono presentarsi in qualsiasi momento e, per superarle, occorre grande impegno e sacrificio. Laura, grazie ai suoi sforzi, dopo aver partecipato a innumerevoli concorsi, ha ottenuto il posto da impiegata. Notevole è anche lo sforzo e l’amore dei genitori della protagonista che, nonostante il basso reddito percepito, aiutano a crescere Luca (che, con ogni probabilità, è il figlio della protagonista).
Successivamente l’attenzione viene posta su Gesù: “mi chiamano Gesù e faccio il pescatore e del mare e del pesce sento ancora l’odore. Di mio Padre e mia Madre, su questa Croce, nelle notti d’estate, sento ancora la voce”. Significativo è il rimando dell’autore all’evento della crocifissione di Gesù che morì per salvare gli uomini dal peccato, ma che qui l'autore lo accomuna anche ad un uomo che ancora ricorda i propri genitori, quando è ancora crocifisso nella croce.
Infine, l’ultima protagonista del brano è Aicha: “mi chiamo Aicha, come una canzone. Sono la quarta di tremila persone. Su questo scoglio di buona speranza scelgo la vita, l’unica salva”. Interessante notare che il nome Aicha significa “viva”, “vivente”: ed è proprio la vita il principale obiettivo di questa donna. Il riferimento a cui l’autore allude riguarda le continue e diverse emigrazioni che, in particolare, interessano le zone più povere e attanagliate da interminabili conflitti. La vicenda di Aicha permette all’ascoltatore di comprendere che, purtroppo, il diritto alla vita non è garantito in tutto il Mondo.
Le storie dei quattro protagonisti sono intervallate dalle medesime parole: “e quando penso che sia finita, è proprio allora che comincia la salita. Che fantastica storia è la vita”. Si tratta di parole brevi e semplici, ma che trasmettono un messaggio di notevole importanza.
“Che fantastica storia è la vita”, oltre ad essere un vero e proprio inno alla vita, è anche un brano che infonde speranza e positività. Antonello Venditti, raccontando le vicende dei quattro individui, pone sotto i riflettori le difficoltà, gli ostacoli e i problemi che interessano ogni persona; poi, però, ricorda all’ascoltatore che la vita è un dono unico.
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