Oggi vogliamo aprire la nostra pagina di buone notizie in una maniera diversa
Vogliamo lasciare interamente questo spazio ad un articolo scritto da Tania Andreoli sulle condizioni lavorative e le difficoltà affrontate dagli autotrasportatori in questo periodo di Covid-19
AUTISTI AL TEMPO DEL COVID
Pochi potevano immaginare che in un momento epocale come quello in cui stiamo vivendo, in cui
l’imposizione del distanziamento sociale sta generando nuove povertà, vi fossero categorie
professionali, già in sofferenza prima del Covid, che rischiano letteralmente il collasso.
Una di questa è quella degli autotrasportatori, siano essi imprenditori o autisti dipendenti.
Non si dimentichi che gli autotrasportatori sono coloro che hanno garantito e stanno garantendo
la fornitura costante di beni di prima necessità e che senza questi uomini e queste donne che
dormono meno di 4 ore al giorno, spesso svegli mentre il resto del mondo dorme, il Covid avrebbe
avuto un impatto ancora più devastante.
Stiamo parlando di Professionisti sempre più ricercati in tutto il mondo se si considera che nella
sola Europa ne mancano almeno 14.000 in Germania, per non parlare dell’Italia, dove non sono
presenti né salari adeguati né scuole di formazione, come al contrario accade negli Stati Uniti, che
preparino l’autotrasportatore di domani, ovvero un imprenditore che deve possedere quel knowout necessario affinché possa leggere un bilancio contabile, gestire le risorse umane, conoscere il
mercato in cui opera.
“Sono cresciuto in questo mondo, spinto semplicemente dalla grande passione che mio padre mi
ha trasmesso”, spiega Paolo Stefano Castellari, classe 1967, da sempre sulle strade europee, “Ho
proseguito il percorso iniziato da mio papà, purtroppo morto prematuramente, con grande
sacrificio ed altrettanta grande dedizione. Ritengo che una situazione umanamente così
drammatica come quella che stiamo vivendo meriti maggiore attenzione da parte del Governo
centrale e delle Istituzioni.”
A tale proposito, gli autisti sono impegnati in prima persona in questa emergenza sanitaria,
lavorando ininterrottamente affinché sulle nostre tavole non manchi mai nulla, gli ospedali e le
farmacie siano puntualmente riforniti, le stazioni di carburante sempre funzionanti.
Pochi conoscono l’altra faccia della medaglia ed i suoi retroscena.
Con il nuovo DPCM del 24 ottobre del Presidente del Consiglio Conte, che ha ridotto
drasticamente le aperture di moltissime attività commerciali, in primo luogo quelle di bar e
ristoranti, si è condannata un’intera categoria di lavoratori, quella degli autotrasportatori e degli
autisti, a lavorare in condizioni pressoché al limite della legalità e a dir poco disumane.
Prosegue Castellari “Molte operazioni di carico e scarico non terminano prima del tardo
pomeriggio ed in teoria a quell’ora l’autista dovrebbe sostare, non solo per consumare un pasto
caldo, ma anche per poter provvedere alla propria igiene personale e al riposo. Purtroppo,
soprattutto per chi percorre tangenziali e strade ad alto scorrimento secondarie, gli esercizi sono
tutti chiusi ed è impossibile utilizzare semplicemente un servizio igienico e ciò non può
rappresentare la normalità.”
Il grido di rabbia della categoria che, attraverso i suoi rappresentanti e lo stesso Albo Nazionale
Autotrasportatori, ha fatto pervenire proprio in questi giorni richieste dettagliate al Ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti, On.le Paola De Micheli, non può rimanere inascoltato.
“Oltre ad essere sottopagati, se paragoniamo la giornata lavorativa di un autista a quella di un
comune operaio in produzione”, prosegue Paolo Stefano Castellari, “molti giovani abbandonano
l’attività proprio per le condizioni disumane in cui si è costretti a lavorare. Se a questo aggiungiamo
le carenze infrastrutturali (ndr. I recenti fatti di cronaca di crolli di ponti ed altre infrastrutture ne
sono un perfetto esempio), le quali contribuiscono ad allungare i tempi di carico e scarico, si
comprende come la professione dell’autista sia poco e mal considerata.”
Il Social Dumping, sempre più diffuso nel settore della Logistica e dell’Autotrasporto, con il
fenomeno del c.d. “Distacco degli autisti” pone al centro dell’attenzione le criticità ormai comuni a
molti altri settori.
Il Covid ha fatto semplicemente emergere le “nuove povertà”, intese sia come indigenza, ma
anche come riduzione in schiavitù e violazione dei principali Diritti umani, quali quello ad un lavoro
dignitoso.
“Da qui lo spunto”, conclude Castellari ”per avviare una mobilitazione pacifica della mia categoria
che, attraverso i Media e la sensibilizzazione dei fruitori dei nostri servizi, possano consentire un
dialogo costruttivo con le Istituzioni.”
Al tempo dell’emergenza Covid non si può, infatti, dimenticare che ci sono uomini e donne che
sono dei veri EROI, insieme a medici, infermieri, cassieri e molti altri e non possiamo dimenticarci
di nessuno di loro.
Non se si vuole una società più umana ed eticamente giusta.
Di Tania Andreoli
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